Dopo avere ascoltato la rassegna stampa di Rai News24 di questa mattina mi è sorto il dubbio che fosse scattata una sorta di precettazione dei giornali da parte di chi sta operando in queste ore per concludere una operazione, a mio giudizio poco commendevole, per ridurre la portata e il significato della sentenza della Corte Costituzionale sul blocco delle indicizzazioni delle pensioni. Ho letto con particolare interesse i giornali nella parte dedicata appunto alla sentenza e alla sua applicazione, prendendo atto con un certo sconcerto che i pensionati e cioè la platea degli aventi diritto erano spariti dalla scena. Non si capisce più quanti sono gli aventi diritto e ciò indipendentemente da coloro ai quali il diritto sarà riconosciuto. Questa distinzione non è una questione di lana caprina, siamo evidentemente in presenza di un’operazione che fa temere uno scopo ben preciso. Dimostrare a tutti che l’una tantum di agosto per una parte di pensionati è l’unica soluzione possibile. Non si poteva fare di più e neppure di meglio. Riconoscere il diritto al rimborso di soldi bloccati indebitamente ai pensionati a tutti i virtuali aventi diritto a sentire il Governo significherebbe aprire le porte dell’inferno. Si parla addirittura di diciotto miliardi, cifra ovviamente gonfiata sia allo scopo di dimostrare l’irresponsabilità della corte, sia per rendere digeribile un provvedimento che taglia, in maniera drastica, il numero degli aventi diritto e l’ammontare stesso del diritto. Il più bravo di tutti nel ruolo di precettato lo svolge sicuramente sulle colonne di Repubblica, il giornale di Eugenio Scalfari come ancora si ama dire, Alessandro Penati al quale viene riservato uno spazio davvero tanto ampio per parlare della favola dei diritti acquisiti. Penati ha sicuramente il merito di non nascondersi dietro un dito, chiarissimo il suo attacco alla corte che avrebbe dimostrato notevole ignoranza giuridica e anche insensibilità rispetto agli interessi nazionali. Dall’articolo trasuda un chiaro sentimento anti pensionati, i quali vengono indicati come coloro che si appellano ai diritti acquisiti ogni qualvolta ci siano da compiere operazioni a favore dei giovani, degli imprenditori e dei lavoratori in generale. In questo modo Penati compie la prima operazione degna di un rottamatore dei diritti di persone che hanno lavorato una intera vita per conquistarsi un diritto alla pensione che nessuno gli ha regalato, ignorando che, a proposito di giovani, ad esempio nel mondo dell’editoria e della previdenza dei giornalisti si è inventato di tutto in difesa dei diritti acquisiti per preservare privilegi che sono sotto gli occhi di tutti.
Non è un caso che per evitare di indurre in tentazione i giovani per quanto riguarda il rischio di affezionarsi troppo ai diritti acquisiti si è fatto di tutto per dirottarne buona parte all’INPS e quindi con altro regime pensionistico e di conseguenza altri diritti. Quello che balza evidente nell’articolo di Penati è il rilievo dato ad un certo signor Cardinale, scelto come interlocutore e attribuendogli affermazioni molto facili da contestare. È davvero sorprendente che Repubblica con ben due articoli, quello di Penati e quello di Roberto Mania, metta addirittura le trombe al massimo per esaltare un provvedimento che costituisce comunque una riduzione di diritti certi per pensionati ai quali si erano promessi ottanta euro che non si sono visti e che ogni giorno vengono additati come un peso sulle spalle della collettività. Non dimentichiamoci neppure che solo qualche giorno fa Repubblica si era molto spesa per dimostrare che se si tornasse indietro e si dovesse rivotare, in Corte Costituzionale vincerebbe la posizione di Amato. C’è da domandarsi se davvero si pensa alla Corte Costituzionale come a un insieme meteoropatici o di vecchietti bizzosi che fanno di tutto per mettere nei guai un Governo che cerca invece di guidare l’Italia, costi quel che costi, verso un luminoso avvenire.
Roma, lì 18-05-2015
Silvano Miniati
Network Sinistra Riformista
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