
Ripartire dalle radici
la memoria e il sapere al servizio di un progetto per una nuova qualità sociale della vita nel rione Monti
Provincia di Roma
Dipartimento IX “Servizi Sociali”
Prevenzione Mille
AVVISO PUBBLICO
Per la concessione di finanziamenti legati al miglioramento della qualità della vita sociale, per la riqualificazione urbana e per la promozione della solidarietà sociale.
Premessa
La lotta contro la disgregazione sociale che produce emarginazione e condizioni di vita spesso al limite della tollerabilità è da sempre al centro dell’azione di Upter Solidarietà.
L’inclusione e la coesione sociale rappresentano, a nostro giudizio, le condizioni irrinunciabili per qualsiasi politica che intenda garantire parità di diritti e pari opportunità ai cittadini, indipendentemente dall’età, dall’etnia, dalle convinzioni politiche, culturali e religiose.
Nel nostro Paese sono tantissimi i cittadini consapevoli che la lotta all’esclusione sociale ed al degrado rappresenti il modo migliore per onorare la nostra costituzione repubblicana che proprio sulla pari dignità e sulla eguaglianza dei diritti fonda le proprie radici.
Cittadini che attraverso le associazioni di volontariato, i sindacati, le comunità religiose, le scelte e gli agire individuali hanno contribuito alla realizzazione di importanti esperienze che hanno inciso sulla vivibilità dei centri urbani migliorandone la qualità della vita.
I risultati prodotti da quest’azione non sono, però, omogenei tanto che risulta difficile tentarne una sintesi convincente.
E’, però, convinzione diffusa che, al di là degli importanti risultati conseguiti nella lotta all’emarginazione, la realtà rappresentata dai grandi centri urbani, ed in particolare dalle metropoli, sia ancora particolarmente difficile.
Siamo partiti, quindi, dall’affrontare il problema di Roma capitale e del suo hinterland per cercare di comprendere, anche attraverso la nostra esperienza quotidiana, come mai in una città così ricca di fermenti e di disponibilità positive, con migliaia di soggetti impegnati sul terreno della solidarietà e della inclusione, la situazione sociale sia in un continuo stato di aggravamento.
Abbiamo così scelto di cimentarci con un’ipotesi di lavoro relativa al Rione Monti, tenendo conto della interdipendenza esistente tra la storia del rione e quella più generale di Roma.
Il rione Monti rappresenta una realtà del tutto particolare rispetto a quella di altri quartieri e rioni cittadini dove i problemi del degrado urbano, dei rapporti tra le diverse etnie o tra le diverse generazioni, si presentano, almeno all’apparenza, di più facile lettura.
Pur non essendoci stata la selvaggia opera di distruzione del vecchio per costruire il nuovo, così come è accaduto in altre realtà romane, a Monti è stata portata avanti una ristrutturazione ed una riqualificazione che hanno di fatto ignorato i problemi reali di chi nel rione viveva ed intendeva continuare a viverci e lavorarci.
Centinaia di botteghe artigiane sono state chiuse e rese di fatto inaccessibili, a causa dei costi degli affitti, a coloro che intendevano continuare ad esercitarvi il proprio mestiere.
Al posto della bottega del fabbro, dell’idraulico e del falegname sono arrivate le boutique e le enoteche. Molte abitazioni sono state destinate, dopo la ristrutturazione, ad attività di bed and breakfast. Il vecchio alimentari è stato sostituito dal negozio che vende prodotti tipici e prelibatezze a prezzi inavvicinabili per gli abitanti del rione.
Il rione si è così trasformato in una sorta di grande e lussuoso supermercato – ad uso di chi arriva da fuori, dà uno sguardo, compra e se ne va – che ha finito per sottrarre ai suoi abitanti la possibilità di continuare a frequentare gli usuali luoghi di aggregazione.
E così sono in molti quelli che hanno lasciato questi luoghi, dove sono nati o sono arrivati bambini, portandosi dietro saperi, esperienze di vita e di lavoro e, sicuramente, rimpianti e risentimenti.
Per chi come noi da grande valore alla riscoperta delle radici, ritrovare un collegamento con decine di questi cittadini, invogliarli a raccontare la loro esperienza e a rendere esplicito il loro stato d’animo è assolutamente decisivo.
Per fortuna nel rione esistono ancora tanti luoghi di socializzazione formali ed informali: dalle associazioni al centro anziani, dalle librerie alle sedi politiche, ma anche le botteghe, i negozi, le piazzette o le panchine dove la gente continua nonostante tutto ad incontrarsi.
Si tratta di una ricchezza di rapporti che va assolutamente incoraggiata e stimolata per evitare che rimanga soffocata nella logica del ghetto, nel quale si ritrovano sempre i soliti e dove in mancanza di una spinta a guardare in avanti rischia di prevalere la logica dei vecchi alpini, che parlano solo del passato.
Il nostro progetto mira a far sì che tutti coloro che avranno cose da dire e voglia di impegnarsi divengano protagonisti, mentre alle associazioni già operanti sul territorio chiederemo la disponibilità a dare vita ad un rapporto di collaborazione nel rispetto delle singole specificità.
Insieme dovremo, poi, affrontare il problema dei rapporti con e tra i cittadini delle diverse etnie che vivono a Monti.
Questi cittadini, che il rione non respinge brutalmente ma nemmeno dimostra di considerare una risorsa, tendono inevitabilmente ad isolarsi con le conseguenti difficoltà di relazione non solo fra etnie diverse ma anche con la comunità monticiana.
Relazioni rese ancora più difficili dal fatto che non si parla una lingua comune.
Un quartiere particolare come quello di Monti che ha sempre avuto una forte comunità di persone che hanno vissuto il loro rione come un mondo di relazioni familiari, uno spazio di arti e mestieri che vede botteghe di lavori artigianali, artistiche e di incontro, un luogo ancora vivo di impegni sociali, solidaristici e di divertimento
A Monti, comunque, c’è una forte presenza di associazioni, impegnate in tutti i settori, che producono aggregazione, favoriscono la comunicazione all’interno del suo tessuto sociale e lavorano affinché i luoghi del quartiere, dove si passa anche parte del proprio tempo, siano accoglienti e tutelati.
E’ necessario lavorare insieme per rafforzare il convincimento che il rione ripulito ma non vissuto rischia di divenire un luogo di avventori, una distesa di pub, ristoranti e jeanserie che provocano l’abbandono del quartiere da parte dei suoi artigiani e vecchi abitanti.
Così come è fondamentale rispettare l’esigenza del rione di essere un luogo vivo di lavoro lo è altrettanto far sì che questo bisogno si integri con quelli delle vite familiari che vi si svolgono, promuovendo tutte le iniziative necessarie che sappiano richiamare il contributo attivo di tutti gli abitanti del quartiere.
Il nostro progetto, che riguarda soltanto una zona, seppure molto significativa, di Roma, si muove nella direzione di fare leva sull’esperienza di vita di ognuno, sulle culture, sulla valorizzazione di usi e costumi che spesso appaiono fra loro inconciliabili, per diffondere il convincimento che occorre, innanzitutto, imparare il rispetto reciproco rendere il quartiere accogliente per tutti affinché nessuno si senta intruso.
Ben consapevoli che il primo vero salto di qualità si realizzerà nel momento in cui tutti i frequentatori del rione Monti capiranno che migliorarne l’agibilità è indispensabile, ma che il vero obiettivo è fare rete per essere una vera comunità che progressivamente si allarghi includendo tutti i cittadini.
Un progetto possibile, per la realizzazione del quale sono disponibili forze sufficienti, considerato che gli anziani e i giovani che già si impegnano nelle attività all’interno del rione hanno chiaro che le iniziative che propongono possono rivelarsi molto utili per chi vi si impegna e per tutti i cittadini.
PROPOSTA PROGETTUALE
Bisogni e risorse dell’area
L’area prescelta per l’esecuzione del Progetto è il territorio del Rione Monti, nel cuore di Roma.
Il rione Monti è parte di un vasto territorio del centro di Roma, densamente abitato in ogni sua parte (circa 300.000 abitanti) e costituisce una delle poche aree che hanno mantenuto una urbanizzazione risalente alla Roma dei Papi.
Monti offre spazi e momenti di servizio e aggregazione sociale, oltre, ovviamente, a costituire un vero patrimonio culturale e turistico, ancora quasi intatto, ricco di monumenti e conservato in uno stato di naturalità, valorizzato da scrittori e artisti italiani e stranieri.
I bisogni dell’area sono molteplici e vari. Si è accennato alla densità di popolazione a cui bisogna aggiungere una speculazione edilizia che ha creato notevoli disagi ai vecchi abitanti che sono stati costretti all’esilio nei quartieri dormitorio di Roma. Difficoltà di traffico e di comunicazione sociale, con forti disuguaglianze di livello di reddito. Una popolazione culturalmente eterogenea, massiccia presenza di stranieri provenienti da tutto il mondo che non vivono affatto il quartiere come i romani.
La tutela culturale e la memoria delle radici non è sufficiente a proteggere Monti dal degrado, perché solo se “vissuto” il quartiere si difende e diventa fonte positiva per i suoi abitanti.
I servizi sociali messi a disposizione dei cittadini ed i punti di aggregazione non commerciale che potrebbero alleviare i problemi sono sicuramente insufficienti.
Questa situazione ha fatto sì, però, che nell’area nascessero e si sviluppassero importanti risorse, quali quelle rappresentate dall’associazionismo, molto diffuso e resistente: segmenti qualitativamente e quantitativamente rilevanti di abitanti si sono impegnati, da oltre 30 anni, nello sforzo di migliorare la vita del rione.
Ne sono un esempio le Associazioni con le quali intendiamo collaborare per questo Progetto: l’Associazione del Rione Monti, che segue il vissuto del rione da sempre, e l’Associazione Storie di Mondi Possibili che svolge anch’essa da diversi anni una forte azione per la promozione della memoria e della narrazione autobiografica come forma di cittadinanza attiva.
Finalita’ del progetto
Data questa situazione dell’area considerata, risulta necessario costruire interventi atti a cercare di modificare le situazioni di disagio nei vari settori:
– lotta alle solitudini;
– disagi e conflitti familiari;
– emarginazioni di singoli o di gruppi;
– conflitti culturali, tra generazioni e tra gruppi etnici diversi.
Ciascuna di queste situazioni può portare con sé esiti diversi di cui occorre tener conto (dalla chiusura in se stessi a manifestazioni di carattere aggressivo e anti sociale, all’evasione nella droga o nell’alcolismo…).
La prima finalità del Progetto è quindi quella di offrire spazi e momenti di confronto, di chiarificazione, di accettazione delle diversità attraverso la crescita dell’aggregazione sociale, per raggiungere un più alto livello di coesione.
Azioni di progetto
Per raggiungere tali finalità occorrono interventi diversificati ma tra loro complementari, che possono essere definiti da un punto di vista organizzativo e finanziario I ^ fase, II^ fase e III^ fase, ma che per la loro stretta connessione devono procedere contemporaneamente nella loro impostazione
I^ fase:
saranno individuate le Associazioni che collaboreranno con Upter Solidarietà alla realizzazione della mappatura de bisogni e degli strumenti da utilizzare per il raggiungimento degli obiettivi e accogliere tutti gli spunti, gli agganci e le compatibilità per quelli successivi.
Ad ogni soggetto che intenda collaborare dovremo chiedere di poter valutare assieme il materiale di cui dispone, il ruolo che intende svolgere, l’eventuale messa a disposizione degli spazi di cui dispone per le iniziative.
II^ fase:
tenuto conto di tutto ciò, e della necessità di agire nel più breve tempo possibile, si possono presentare le proposte elaborate con il contributo delle due associazioni partner che hanno svolto attività sullo specifico della memoria e dell’aggregazione Fitel Lazio (Federazione Italiana del tempo libero, localizzata al centro del rione) e Associazione “Storie di Mondi Possibili”:
1) formare degli intervistatori in grado di promuovere almeno cinquanta interviste da realizzare in forma individuale o collettiva, in formato testo o video;
2) realizzare due percorsi culturali concernenti la conoscenza storica, urbanistica-architettonica e sociale del Rione Monti. Questi percorsi integreranno sia le conoscenze storiche che le memorie e le storie raccolte, coniugando così il passato ed il presente e raccontando le trasformazioni della città, anche come luogo di convivenza di culture. I percorsi saranno disponibili anche in lingua inglese, in modo da poter essere fruiti anche da un pubblico europeo. Il progetto prevede una prima sperimentazione, attraverso due visite offerte agli abitanti. I percorsi saranno pubblicati in una guida che sarà distribuita con licenza creative commons, in modo che altri possano utilizzarla.
3) la creazione di un percorso storico-fotografico, che sarà esposto in un luogo del quartiere, oltre ad arricchire la guida e altro materiale prodotto dal progetto.
4) un programma di incontri della popolazione del quartiere con scrittori, urbanisti, storici, nelle sedi delle Associazioni che vorranno partecipare al Progetto. Questo percorso sarà realizzato attraverso la metodologia “Storie in circolo”, che permetterà ai partecipanti di assumere un ruolo attivo, passando da ascoltatori a narratori.
5) produzione di materiali (film, dvd, interviste) destinato a recuperare e salvaguardare la memoria collettiva del Rione Monti. Le storie saranno caricate in un sito web, Storie di Mondi Possibili, che permette di rendere visibili i lavori.
6) due Seminari-Laboratori su: la “memoria che connette”, rivolti a cittadini e animatori di associazioni, che potranno diventare a loro volta promotori delle tematiche del progetto.
III^ fase:
- Realizzazione di una pubblicazione finale, una sorta di guida al territorio, che sia uno strumento di sensibilizzazione e conoscenza.
- Realizzazione di un evento finale del progetto.
- Azioni di sostenibilità.
Modalità coinvolgimento popolazione locale e stakeholderd
L’aspetto cruciale del progetto riguarda certamente il coinvolgimento di scuole, associazioni, amministratori locali (tra cui soprattutto la Provincia), altri stakeholders e della popolazione in generale.
Ciò avverrà nelle diverse fasi del progetto, attraverso varie forme e strumenti:
– contatti diretti, incontri e riunioni;
– creazione di sottogruppi di lavoro a seconda delle attività specifiche;
– mail periodiche di aggiornamento;
– creazione di una mail group per le organizzazioni più interessate al progetto;
– materiale di diffusione;
– eventi di diffusione e disseminazione;
– strumenti web, blog del progetto, gruppo face book.
Metodologie adottate e modalità organizzative
E’ evidente che le tre fasi necessitano di tempi adeguati, quali quelli concessi dal bando della Provincia, cui si partecipa,
Ogni intervento, anche molto semplice, acquisisce quindi una sua qualificazione e finalizzazione in quanto inquadrato e funzionale a un Programma.
Gli spazi in cui realizzare questi interventi possono essere aperti (cioè piazze) oppure chiusi (sedi delle Associazioni). Entrambi sono necessari per un pieno svolgimento delle iniziative di tutela e di aggregazione sociale, nel corso di tutte le stagioni e/o con il maltempo nonché nelle ore serali e nei giorni festivi.
Gli interventi esigono un forte coordinamento tra loro e implicano rapporti di stretta collaborazione tra le associazioni dell’area nonché rapporti e collaborazioni con le istituzioni di volta in volta interessate.
Gli interventi devono essere costantemente monitorati e periodicamente valutati onde controllare sempre la loro rispondenza completa alle finalità poste.
Alla fine delle attività del modulo sarà elaborata una relazione conclusiva sull’insieme delle attività svolte e sul loro grado di incidenza nella realtà locale.
Tutti gli interventi sopra descritti (ed altri che potranno aggiungersi) non solo devono essere tra loro coordinati, ma anche realizzati “insieme” coinvolgendo le associazioni e gli altri organismi che collaboreranno alla loro realizzazione, con reciproci inserimenti e integrazioni, sia in fase di impostazione che di esecuzione.
Nei limiti del possibile, come già accennato dovranno essere portati avanti contemporaneamente in quanto ognuno si inquadra, si sostiene, si qualifica e si vitalizza con l’altro. Si tratta di un vantaggio per tutti.
Nel corso della mappatura delle realtà e dei bisogni collettivi e individuali si deve assolutamente evitare il rischio di dare vita ad una sorta di libro dei sogni.
Ogni proposta dovrà essere sorretta dalla distinzione netta di quanto si può fare subito e di quanto si propone per il futuro.
La crisi che investe il paese limita sicuramente le possibilità di intervento delle istituzioni e di ciò se ne tiene di conto, ma è ovvio che tante cose piccole e grandi si possono fare a costo limitati e sopportabili.
I dettagli sulle varie iniziative scelte, tra quelle elencate, per il primo modulo e ladeterminazione sui loro costi sono elencati nel successivo paragrafo “Dettaglio finanziario”
MODALITA’ DI COMUNICAZIONE DEL PROGETTO
Il progetto dell’UPTER Solidarietà, con il coinvolgimento di Fitel Lazio e Associazione “Storie di Mondi Possibili” è rivolto a tutti i cittadini frequentatori del Rione e abitanti dei quartieri contigui.
Verrà perciò organizzata una accurata promozione dell’iniziativa sia nel rione, sia nei punti di aggregazione dei quartieri contigui, attraverso dépliants e volantini sia relativi al progetto in generale sia alle specifiche iniziative che lo arricchiranno.
Importante la diffusione attraverso il web, mail, e la creazione di un gruppo facebook.
In collaborazione con UPTER Solidarietà verranno anche coinvolti la stampa e le principali reti televisive.
AZIONI DI SOSTENIBILITA’
Un aspetto importante dei progetti è – lo sappiamo – la necessità che essi producano qualcosa che rimanga nel tempo, ciò che viene definito “sostenibilità”. Nel nostro progetto le sostenibilità delle azioni è legata a diversi fattori:
– tutti i prodotti, come la guida, la mostra fotografica, ecc. sono destinati a durare oltre la mera vita del progetto;
– in particolare alcune azioni, come la creazione dei percorsi guidati, sono pensate per continuare ad essere utilizzate, e in quanto tali saranno disponibili con licenza creative commons opere non derivate, che consente l’utilizzo per scopi non commerciali;
– importante – in generale – il fatto che le associazioni coinvolte possano fare proprie alcune delle metodologie adottate per poi riproporle nel territorio, e la creazione di relazioni di collaborazione che possono portare ad ulteriori iniziative.
PERSONALE UTILIZZATO
La gestione dell’insieme delle attività che si sviluppano attorno ad un quartiere per la sua tutela e per la sua fruizione sociale richiede, in linea generale, attitudini ed esperienze maturate in loco nonché specifiche competenze nei singoli campi di intervento.
Per quanto concerne la memoria vanno considerate l’interesse per il vissuto delle persone, la capacità di comprensione della vita collettiva di un quartiere, la curiosità e l’impegno per approfondire la sua conoscenza, un senso di rispetto profondo per tutti. Ancora tra le attitudini, per quanto concerne la fruizione sociale, sono utili la disponibilità, delle Associazioni, la loro capacità di rapportarsi con singoli e/o gruppi, di trasmettere informazioni e di stabilire rapporti, di contrattare con le istituzioni e costruire con esse collaborazioni stabili, di gestire gruppi e coordinamenti.
L’esperienza serve soprattutto ad affinare queste qualità, a razionalizzare intuizioni ed emozioni, a concettualizzare e sistemare in programmi i bisogni e le risorse esistenti, ad accumulare cultura attraverso le attività svolte.
Le competenze specifiche degli intervistatori sono indispensabili per dare un’interpretazione razionale alle esperienze, per inquadrarle in un contesto sociale e per elaborare programmi di incontri idonei.
Altresì è necessario saper coordinare, una ricerca sociale, promuovere dei rapporti di carattere giuridico ed istituzionale, collaborazioni con i servizi sociali territoriali e con i servizi culturali presenti.
Tale realtà implica ovviamente un lavoro di gruppo, interdisciplinare, così come si realizza nel coordinamento di Upter Solidarietà che riunisce nel suo gruppo di volontari tutte, o quasi, queste attitudini, esperienze e competenze.
A questo gruppo di operatori si è aggiunto il gruppo di “Storie di Mondi Possibili” esperto nella conoscenze delle diverse metodologie biografiche e di raccolta delle memorie, che ha portato a termine molte iniziative (v. curriculum dell’associazione) e il Gruppo della Fitel Lazio (v. curriculum), attivo nel settore culturale e sociale attraverso il coinvolgimento di molte Associazioni e Cral ed essa affiliati..